Le Maschere dei Samurai
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I Samurai sono tra le figure storiche giapponesi più conosciute, assieme ai ninja e le geisha.
Ma quanto di quello che sappiamo di loro è vero o parte della loro leggenda?
In questo articolo approfondiremo un po’ della loro storia, parlando delle loro iconiche maschere.
Innanzitutto, cos’è un Samurai?
Samurai è il nome di coloro che erano membri della casta militare del Giappone feudale, il cui ruolo era molto simile a quello dei cavalieri dell'Europa medievale. I samurai ebbero un ruolo fondamentale nella storia giapponese.
Il declino di questa figura coincide con l'inizio dello Shogunato Tokugawa (徳川幕府 Tokugawa bakufu,1603-1868), durante il quale venne fortemente ridimensionata la loro figura, per poi essere completamente accantonata durante il Rinnovamento Meiji (明治時代 Meiji jidai, periodo del regno illuminato) nel XIX secolo, in favore di un esercito regolare d’ispirazione europea.
La loro condotta e il loro stile di vita si basavano sul Buddismo e sulla filosofia Zen.
Le maschere dei samurai erano fatte di cuoio e ferro, ed erano progettate non solo per proteggere il volto del guerriero, ma anche per intimidire i nemici.
Inizialmente avevano design semplici, con sorrisi storti e grandi nasi, ma col tempo sono diventate sempre più elaborate, arrivando ad includere anche elementi rimovibili come dentature, baffi o menti aggiuntivi, spesso composti da elementi di metallo e cuoio.
Esistevano diversi tipi di maschere:
- sōmen: che copriva tutto il volto.
- menpō: che copriva dal naso al mento.
- hanbō: che copriva mento e guance.
- happuri: che copriva la fronte e le guance.
Queste tipologie di maschere da samurai anche il simbolo della forza e della posizione sociale del guerriero.
Venivano usate quasi sempre sotto ad un elmetto (兜,冑, kabuto), che a sua volta era fornito di una protezione per il collo (shikoro).
La maggior parte delle maschere prevedevano un’apertura nella parte bassa per far traspirare la pelle.
Tra il IV e il VI secolo vengono aggiunte all'armatura anche le protezioni per la gola (喉輪, nodowa).
I samurai che volevano apparire feroci sceglievano di indossare maschere raffiguranti esseri soprannaturali: la maggior parte rappresentava fantasmi, demoni malvagi o tengu (天狗, goblin di montagna). Si credeva che i tengu fossero maestri spadaccini, capaci di possedere gli esseri umani e costringerli a commettere atti di violenza. Per un samurai indossare una maschera da tengu era una potente dichiarazione sulla sua ferocia di guerriero. Durante il XV secolo, gli armieri iniziarono a creare maschere progettate per assomigliare a volti umani: alcune maschere raffiguravano uomini appartenenti ad altri popoli o con fattezze femminili.
Tuttavia, i design più elaborati e artistici divennero popolari solo durante il pacifico periodo Edo (
Al giorno d’oggi la maschera del samurai è diventata un’icona, tanto presente nella cultura di massa da influenzare anche artisti occidentali: ad esempio ha ispirato l’aspetto del famigerato Darth Vader.