Le Meraviglie del Giappone: Shirakawa-gō e Gokayama

Le Meraviglie del Giappone: Shirakawa-gō e Gokayama

Le meraviglie del Giappone

Shirakawa-gō e Gokayama.

Conosciamo tutti la città pugliese di Alberobello con le sue casette pittoresche, ma sapevi che è gemellata con ben due città storiche giapponesi?

E non è tutto qui: anche queste sono patrimonio dell’UNESCO.

I villaggi storici di Shirakawa-gō e Gokayama sono parte di un complesso di villaggi storici giapponesi, distribuiti su un'area di 68 ettari nella valle del fiume Shogawa, nel centro del Giappone.

Shirakawa-gō (白川郷, "Distretto del vecchio fiume bianco") si trova nel villaggio di Shirakawa nella prefettura di Gifu, mentre Gokayama (五箇山, "Cinque montagne") è diviso tra gli antichi villaggi di Kamitaira e Taira a Nanto, nella prefettura di Toyama.

I villaggi sono situati in una valle alquanto remota, circondati da alte montagne che in inverno si ricoprono di neve. Questa particolare situazione geografica ha portato la valle a essere particolarmente isolata, il che ha contribuito allo sviluppo di una cultura e tradizioni uniche, incluso il particolare stile architettonico Gasshō.

Le case di questa valle, dette Gasshō-zukuri (letteralmente “costruito con le mani in preghiera"), erano abitate da contadini e ospitavano grandi famiglie estese, circa una trentina di persone, le quali si dedicavano alla coltivazione dei campi e alla produzione di seta. Infatti, tradizionalmente, l’ultimo piano delle case, dove c'era maggiore aerazione, era adibito alla conservazione dei bozzoli.

Lo stile Gasshō è caratterizzato da un tetto fortemente inclinato, simile a due mani unite in preghiera, da cui deriva il nome delle case. L'inclinazione del tetto, in combinazione con la paglia, consente alle case di resistere al peso delle abbondanti nevicate.

I tetti in paglia venivano, e vengono tutt’ora, rifatti ogni 30-50 anni e richiedono la partecipazione di almeno 200 persone contemporaneamente che impiegano un paio di giorni per portare a termine l'opera: non vengono usati chiodi, ma un sistema a incastro, legando il tutto con delle corde.

Questo particolare stile è uno dei più rari del paese e la più alta concentrazione di case Gasshō si trova appunto in questa regione.

Alla fine del XIX secolo si contavano più di 1800 di queste abitazioni, ma già nella prima metà del XX erano scese a circa 300, dato il dispendioso e difficile mantenimento, unito a una forte migrazione verso le grandi città, che caratterizzava l'intera nazione.

Inoltre, la costruzione di un bacino artificiale ha portato alla sommersione di una parte del territorio, e anche se alcune case sono state smontate e rimontate altrove, il numero attuale è sceso ad un centinaio.

Negli ultimi anni lo spopolamento, il declino delle industrie primarie e l'invecchiamento della popolazione hanno reso difficile mantenere in vita le case e i villaggi. Per questo si è costituito un gruppo di volontari, provenienti da diverse parti del paese, che si impegnano nel mantenimento di questo incredibile patrimonio.

Il compito dei volontari non è limitato al rifacimento dei tetti di paglia, ma si estende a tutti gli aspetti della vita quotidiana, compresi la semina e la raccolta del riso, il diserbo, il taglio della legna da ardere, la celebrazione di matrimoni, funerali e altri riti.

Questa regione è stata conosciuta per secoli come “l'ultima zona inesplorata del Giappone”.

Conoscevi questo particolare angolo di Giappone?

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