Tanuki, una creatura leggendaria
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Il Tanuki è una creatura leggendaria giapponese e la mascotte del nostro brand.
In questo articolo vi racconteremo della sua storia e delle leggende legate a questo personaggio.
Il tanuki (狸) è una creatura del folklore giapponese, basata sul cane procione (Nyctereutes procyonoides), un animale originario dell’estremo oriente e molto diffuso in Giappone. Appartiene alla famiglia dei canidi, ma il suo aspetto ricorda più un mix tra un procione e un tasso: è caratterizzato da un muso appuntito e da occhi cerchiati di pelliccia scura.
È un animale di piccola taglia e per quanto all’apparenza sembri innocuo, è molto vorace e, per questo motivo, procura non pochi problemi all’essere umano.
Nelle leggende il tanuki è spesso raffigurato come un animale grassoccio, con gli occhi cerchiati di nero e che cammina eretto sulle zampe posteriori. I tanuki delle leggende sono conosciuti soprattutto per i loro giganteschi testicoli, un elemento che probabilmente ha iniziato a far parte dell’iconografia a partire dal Periodo Kamakura (1189-1333).
Sebbene nelle storie popolari il tanuki sia spesso rappresentato come una creatura sinistra e malvagia, nell’arte si è sempre preferito immortalare il lato più comico di questa creatura. Gli artisti si sono sbizzarriti nel rappresentare i testicoli dei tanuki nei modi più fantasiosi possibile: talvolta diventano sacche portate in spalla o tamburi, altre volte si trasformano nelle vele di una nave o in mantelli per ripararsi dalla pioggia.
Una filastrocca molto comune in Giappone fa esplicito riferimento alle sue caratteristiche più appariscenti: Tan Tan Tanuki no kintama wa / Kaze mo nai no ni / Bura bura bura ("Del Tan Tan Tanuki le palle stan / Seppure il vento soffiando non sta / Girando girando girando.")
Questa particolare rappresentazione dei tanuki non ha una valenza sessuale, la pelle dello scroto del tanuki era considerata preziosissima in ambito metallurgico: era sottilissima e molto elastica. Questo la rendeva ideale per avvolgere l’oro durante la realizzazione della foglia d’oro. Fu così che i testicoli di tanuki divennero un simbolo legato alla prosperità e alla fortuna. Per questo motivo molti ristoranti, ancora oggi, espongono statue di tanuki fuori dalla porta, come portafortuna per il proprio business.
Non c’è da sorprendersi se i tanuki sono uno dei soggetti preferiti di libri illustrati e Ukiyo-e, e ancora oggi sono ampiamente rappresentati anche nella cultura pop, basti pensare alle statue di tanuki che spesso si trovano fuori dai ristoranti di soba e udon, oppure al film Pompoko diretto da Hayao Miyazaki per lo Studio Ghibli.
Il tanuki è un animale ritenuto capace di mutare forma e d’ingannare gli uomini con ogni sorta di travestimento: può prendere le sembianze di una bella donna, di un monaco viandante, di un mercante ma anche di oggetti di uso comune.
Nelle leggende tanuki è rappresentato in modi diversi, dipinto ora come una creatura astuta e malvagia, ora come un animale ingenuo e goffo, ma sempre dotato di poteri sovrannaturali e di un’irresistibile voglia di fare dispetti agli umani.
La storia di Kachi-kachi Yama, compresa nell'Otogizōshi, (御伽草子 "libri di compagnia", un gruppo di circa 350 storie scritte durante l'epoca Muromaci), parla di un tanuki che picchia a morte una donna anziana e la serve a tavola al marito inconsapevole, soprannominando il piatto "zuppa di vecchia".
Altre storie parlano di tanuki indifesi e produttivi membri della società. Diversi templi hanno storie di sacerdoti che erano in realtà tanuki travestiti.
Una popolare storia conosciuta come Bunbuku Chagama (分福茶釜 o 文福茶釜, "la teiera Bunbuku") narra invece di un tanuki che inganna un monaco trasformandosi in una teiera. Un'altra parla di un tanuki che inganna un cacciatore camuffando le sue braccia come ramoscelli, finché non allarga entrambe le braccia insieme e cade dall'albero. Si dice che i tanuki ingannino i mercanti con foglie camuffate da banconote.
Il tanuki, tuttavia, non è sempre malvagio. Un’altra fiaba narra di una coppia di coniugi la cui cucina veniva spesso presa d’assalto da queste creature, che mangiavano tutti gli avanzi e creavano disordine. Per contenere il problema, la coppia aveva provato a coprire i coperchi delle pentole con delle pietre pesanti, portando i tanuki a protestare ogni notte, battendo le proprie grosse pance come tamburi.
Una sera la moglie intenta a filare, scorge attraverso una fessura della porta, in giardino, un piccolo tanuki che la imitava, fingendo di lavorare al telaio. Alcuni giorni dopo la donna udì il pianto disperato di un tanuki, corse fuori e trovò la creatura intrappolata in una delle tagliole che il marito aveva disseminato in giardino. Mossa a compassione liberò l’animale, che in segno di riconoscenza si inchinò profusamente più e più volte. Alcuni mesi dopo, avvenne un fatto inspiegabile: il telaio, che nei mesi invernali si era riempito di polvere, era diventato lustro e splendente. Accanto, inoltre, era comparsa una montagna di rocchetti già filati. Con il fuso stretto in mano, un piccolo tanuki sorrideva soddisfatto.
La lingua giapponese ha dedicato moltissimi proverbi ai tanuki. Ad esempio, esiste il detto 捕らぬ狸の皮算用 (toranu tanuki no kawazanyou) che significa letteralmente: “fare i conti del cuoio del tanuki che non si è ancora catturato”. È l’equivalente dell’italiano “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”.
Un altro proverbio recita 狐と狸の化かし合い (kitsune to tanuki no bakashiai), ovvero “la volpe e il tanuki che si ingannano a vicenda”, un imbroglione cerca d’ingannare una persona ancor più disonesta di lui.
Si dice, invece, 狸の寝入り (tanuki no neiri), “sonno da tanuki” quando qualcuno si finge addormentato per evitare situazioni o discorsi spiacevoli.
L’ultimo celebre modo di dire è 犬一代に狸一匹 (inu ichidai ni tanuki ippiki), ovvero “un tanuki in cambio di un cane”. Nell’antichità la pelle di tanuki era pregiatissima, e riuscire a scambiare un cane per un prezioso tanuki equivaleva a fare un grande affare. Oggi questo proverbio viene usato per indicare il presentarsi di un’occasione molto rara.
Al tanuki sono dedicati diversi templi in giro per il Giappone.
A est di Kyoto esiste il Tanukidani-san Fudo-in, un enorme tempio buddhista dedicato ai tanuki. Anche il santuario di Yanagimori, a Tokyo, è stato in parte dedicato a questi animali, come dimostra la statua al suo ingresso. A Shimane, invece, esiste il Tanuki no Kuni, ovvero il “paese dei Tanuki”, un ristorante-museo che ospita una collezione di statue di tanuki di ogni forma e dimensione: ce ne sono più di cinquemila.
Conoscevi il tanuki e la sua storia?
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