diritti delle donne giapponesi

I diritti delle donne in Giappone

Nonostante sia una società avanzata sotto molti aspetti, il Giappone è ancora molto indietro nel campo dell'uguaglianza di genere. Il paese si trova al 120° posto su 153, con un divario di parità di genere del 34,4%, secondo il World Economic Forum.

La mancanza di potere politico e di opportunità economiche sono questioni chiave per il Giappone: le donne guadagnano il 44% in meno rispetto agli uomini e hanno poca autorità decisionale negli affari o in politica. I progressi in materia di uguaglianza di genere continuano a essere di gran lunga inferiori alle alle aspettative del governo giapponese. L'ex primo ministro Abe aveva lanciato una serie di politiche chiamate Womenomics nel 2013 ma, nonostante tutto il tempo passato, si può dire che la qualità della vita delle donne giapponesi non sia migliorata: il loro equilibrio tra lavoro e vita privata è peggiorato a causa dell'impatto della pandemia.

I giapponesi sono meno propensi, rispetto ad altri paesi, a concordare sul fatto che "raggiungere l'uguaglianza di genere è importante per me personalmente". Non sembra nemmeno essere una priorità assoluta per le donne: solo il 41% delle donne intervistate è d'accordo, mentre gli uomini sono solo  il 31%.

Visto questo risultato, non è diffide credere che in Giappone le differenze di genere sono considerate naturali e necessarie: il contesto culturale, le influenze sociali e istituzionali rafforzano i tradizionali ruoli di genere, limitando le possibilità di ciò che uomini e donne possono fare ed essere. Ciò riduce in modo significativo l’accesso delle donne a posizioni di leadership.

Tradizionalmente in Giappone i mariti lavorano molto a lungo, mentre i lavori domestici e l'educazione dei figli ricadono sulle mogli. A causa di queste norme, unite ai pregiudizi durante le assunzioni e alla cultura del lavoro resistente al cambiamento, molte donne smettono di lavorare dopo aver avuto figli, optano per un lavoro part-time o per un contratto che non porta a promozioni (e dunque ad un aumento di ore lavorative). 

Secondo il Global Gender Gap Report del 2021, il 72% delle donne giapponesi partecipa alla forza lavoro, tuttavia le donne che lavorano part-time sono quasi il doppio rispetto agli uomini". Possibile causa di ciò è il fatto che la genitorialità in Giappone è compito delle donne, per garantire che i bambini abbiano successo in un sistema educativo altamente competitivo, e che l’onere dei lavori domestici ricade ancora sulle madri.

Questo radicato tradizionalismo ha avuto un impatto sulla crescita della popolazione: alcune donne, di fronte alla prospettiva di abbandonare il lavoro e  carriera dopo essere diventate madri, fanno meno figli o non ne fanno affatto. Il tasso di natalità in Giappone è attualmente ai minimi storici e anche il numero dei matrimoni sta precipitando.

Pochi politici sono disposti a risolvere questi problemi, poiché danno priorità alla produttività rispetto al benessere dei lavoratori. Nel settore privato, il numero di donne manager è salito al 7,8% nel 2019, ma questo non è ancora vicino all'obiettivo del 30%, che il governo ha tranquillamente rinviato al 2030. E in politica, le donne rappresentano solo il 9,9% dei legislatori nel parlamento, classificando il Giappone al 166° posto su 193 paesi.

Ogni anno alcuni politici giapponesi si trovano al centro di scandali, grazie a commenti altamente sessisti nei confronti delle donne. Abbiamo assistito di recente al capo del comitato organizzatore delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo, Mori Yoshirō, il quale ha lasciato intendere non apprezzi che le donne parlino durante le riunioni, perché "parlerebbero per secoli". In seguito si è dimesso a causa dell'indignazione pubblica.

Nel 2014, durante una sessione all'Assemblea Metropolitana di Tokyo, Ayaka Shiomura, una politica giapponese, era nel pieno di un discorso quando un altro politico l'ha interrotta e ha urlato cose come "dovresti sposarti" e "non puoi avere figli?”. Questo incidente è tutt'altro che isolato, le ostilità che le politiche giapponesi devono affrontare rendono il lavoro poco allettante.

Le donne che rifiutano di sposarsi e si scontrano con aspre critiche da parte della popolazione che le accusa di tentare di distruggere le tradizioni e la società giapponesi.

Le molestie online e lo stalking sono problemi molto seri in Giappone, avere una presenza online come donna può rivelarsi addirittura pericoloso. L'accoltellamento della cantante idol, allora ventenne, Mayu Tomita da parte del suo “fan” dopo aver rifiutato le sue avances, è un triste esempio del tragico risultato delle molestie online. Grazie a questo caso sono state riviste le leggi relative alle minacce di morte inviate online, ma l'attacco subito dalla cantante Maho Yamaguci nel 2018, costretta a scusarsi dopo aver rivelato pubblicamente di essere stata aggredita da due fan, rivela quanto poco questi casi vengano presi sul serio.

Il progresso dei diritti delle donne in Giappone necessita di riforme fondamentali all'interno della società, anche se lentamente il governo giapponese sta prendendo provvedimenti per trasformare la nazione in una società più equa. Per portare un cambiamento positivo sono necessarie punizioni più severe per gravi crimini sessuali, un cambiamento sociale e una migliore istruzione.

Consentire all'intera popolazione di raggiungere il proprio pieno potenziale in una società più equa tra i sessi può portare enormi benefici al Giappone, soprattutto quando si affrontano sfide come il cambiamento demografico, economico, tecnologico e geopolitico.

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